MICROBIOTA INTESTINALE E GRAVIDANZA

Il microbiota intestinale di ogni essere umano è assolutamente unico, tanto da essere paragonato ad una impronta digitale. Questa unicità non va intesa, tuttavia, come stabilità e fissità, ma al contrario come risultato di una continua trasformazione dinamica, finalizzata a rendere questa enorme popolazione microbica sempre più capace di interagire in maniera attiva con il nostro organismo.

Recenti studi hanno dimostrano quanto sia importante che tale interazione sia sana durante il periodo della gravidanza, prima e dell’allattamento, poi, in quanto utile sia alla salute della mamma sia a quella del feto.

Influenza dell’intestino sul microbiota vaginale

Il microbiota vaginale è influenzato dal microbiota intestinale; in condizioni normali, esso è largamente dominato da batteri produttori di acido lattico, la maggior parte dei quali appartenenti al genere Lactobacillus. Questa predominanza suggerisce un ruolo dell’ambiente acido vaginale nel mantenimento di uno stato di salute della vagina stessa. Il microbiota vaginale di donne non gravide è stato classificato in 5 tipologie, i cosiddetti community state types (CST). Quattro di questi sono dominati dai Lactobacilli; in particolare, il primo da Lactobacillus crispatus e il terzo da Lactobacillus iners.

L’utero, invece, è tradizionalmente considerato come una cavità sterile, sebbene recenti studi dimostrino la presenza di batteri anche in questa sede, tra cui Lactobacilli e Prevotella, in quantità molto più basse rispetto a quelle presenti in vagina, ma sufficienti a definire un microbiota uterino. L’importanza di questa popolazione batterica non è trascurabile.

Basti pensare che le donne non fertili hanno una percentuale inferiore di Lactobacilli rispetto alle donne fertili. Ancora, nelle donne nelle quali i Lactobacilli rappresentano almeno il 90% della popolazione microbica uterina hanno un tasso più alto di impianto dell’embrione se sottoposte ad una procedura di procreazione medicalmente assistita, suggerendo che tali batteri siano attivi nelle fasi di impianto della blastocisti.

Funzioni del microbiota in gravidanza

La gravidanza è una situazione fisiologica, ma anche in questa delicatissima fase il microbiota sembra giocare un ruolo decisivo. Infatti, nel corso della gestazione si verificano grandi cambiamenti nel microbiota intestinale materno.

Ad esempio, nel corso della gravidanza occorre energia per consentire la crescita del feto. Per questo, si verifica uno spostamento del microbiota verso quei batteri implicati nella produzione e nell’accumulo di energia, così da garantire al feto il fabbisogno calorico richiesto, grazie all’aumento dei Firmicutes.

Anche il sistema immunitario materno durante il periodo gestazionale presenta caratteri unici. Infatti, il corpo materno diventa capace di garantire da un lato protezione rispetto all’ambiente esterno e dall’altro tolleranza rispetto al feto. Fondamentale è la crescita dei batteri appartenenti ai  generi Akkermansia e Bifidobacterium che, agendo da batteri pro infiammatori, proteggono madre e feto da infezioni esterne.

La gravidanza determina un importante impatto sul microbiota vaginale, che si sposta verso una conformazione più stabile, con una ridotta biodiversità e con una netta dominanza dei Lactobacilli, probabilmente a causa di un aumentato livello di estrogeni.

Per quanto riguarda la placenta e liquido amniotico, fino a pochi anni fa sono stati sempre considerati compartimenti assolutamente sterili. In realtà, sempre più evidenze sperimentali sembrano supportare l’ipotesi di una popolazione batterica sia a livello della placenta che a livello del liquido amniotico, probabilmente a partire dal microbiota intestinale materno, anche se e gli studi non sono ancora sufficientemente forti per poter prendere una opinione conclusiva.

E’ stato dimostrato come durante il momento del parto la colonizzazione del feto continui con delle conseguenze importantissime: nel parto naturale, passando dal canale del parto, il bambino si colonizza con la flora batterica vaginale della mamma; nel parto cesareo, invece, assimilerà i batteri dalla pelle della pancia materna.
Per queste ragioni, soprattutto in previsione di un parto naturale, dove il microbiota vaginale dipende prevalentemente da quello intestinale, è fondamentale che quest’ultimo sia sano ed in equilibrio.

Anche il tipo di alimentazione ricevuta dal lattante gioca un ruolo fondamentale nella sua colonizzazione: la composizione del microbiota intestinale dei neonati allattati al seno differisce in modo significativo da quella di neonati che assumono latte artificiale. Le evidenze scientifiche dicono, inoltre, che i bimbi nati da parto cesareo e, ancor più se non allattati al seno, hanno una probabilità molto più alta di avere problemi allergici nell’età dello sviluppo ed adulta.

Alla luce del ruolo centrale del microbiota vaginale ed uterino sul buon esito della gravidanza, nonché delle correlazioni tra microbiota genitale e intestinale, è facile comprendere come sia fondamentale mantenere queste popolazioni microbiche in equilibrio con il proprio organismo, così da poter contare sugli effetti protettivi esercitati dai microorganismi.

Pertanto, è raccomandabile studiare il microbiota intestinale e vaginale per tutte le donne che intendano affrontare una gravidanza, ma anche per quelle già in gestazione, così da correggere eventuali squilibri.

Cosa può causare un microbiota alterato

Il microbiota intestinale e vaginale sembra giochino un ruolo determinante anche nelle complicanze della gravidanza, in primis nel parto pre-termine, ovvero antecedente la trentasettesima settimana di gestazione.
Come già accennato, c’è consenso sul ruolo protettivo giocato dai Lactobacilli del microbiota vaginale nell tratto riproduttivo femminile. La produzione da parte dei Lactobacilli di batteriocine e di acido lattico abbassano il pH vaginale e contribuiscono a prevenire le infezioni batteriche ascendenti dalla vagina, proteggendo il feto. Al contrario, la presenza di Ureaplasma nel microbiota vaginale può aumentare il rischio di parto pretermine.

Si ritiene esista un’associazione diretta tra i livelli di Lactobacillus crispatus nel microbiota cervicale e un ridotto rischio di complicazioni intra-amniotiche e di sepsi del neonato.
Nei parti pre-termine spontanei, è stata riscontrata una disbiosi vaginale risalente all’epoca del concepimento, piuttosto che a infezioni sviluppatesi in seguito. Questa disbiosi sembrerebbe compromettere l’effetto protettivo del muco cervicale, portando a una colonizzazione microbica dell’endometrio prima dello sviluppo delle membrane fetali, causando un’infiammazione di basso grado della decidua, della placenta e delle membrane del feto. Tutto questo porta, alla fine, ad un’infiammazione cronica e ad un’attivazione del sistema immunitario innato, associata al parto pretermine.

Da tutte queste evidenze scientifiche, alcune delle quali anche molto recenti, si comprende l’importanza fondamentale del microbiota – vaginale, uterino e intestinale – nel mantenimento della salute del tratto genitale femminile, condizione indispensabile ad affrontare ed a portare a termine in modo positivo una gravidanza.

 

 

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