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Glossario medico

La medicina interna è una branca della medicina molto ampia che si occupa di prevenzione, diagnosi e terapia non chirurgica di tutti gli organi, apparati e sistemi del nostro organismo, come l’apparato respiratorio, cardiovascolare, digerente, escretore (reni e vie urinarie), sangue e organi emopoietici, nonchè il sistema endocrino-metabolico.

La medicina interna si occupa di studiare le malattie infettive, allergiche, le malattie del sistema immunitario e quelle dell’apparato muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo.

È una metodica ecografica non invasiva che, mediante la visualizzazione dei principali vasi sanguigni (arterie, grossi vasi addominali, tronchi sovraaortici, sistema venoso), permette di studiarne il flusso del sangue. L’ecocolor doppler fornisce immagini a colori (rosso e blu) dei flussi venosi e arteriosi evidenziando anche le più piccole lesioni delle pareti dei vasi consentendo di valutarne con precisione l’entità.

PREPARAZIONE ALL’ESAME: nel caso in cui la zona da sottoporre a ecocolor doppler sia l’addome è necessario che il paziente sia a digiuno. Questo perché i vasi addominali sono posti nelle vicinanze dell’intestino che, se non vuoto e privo d’aria, può impedire la giusta visione sullo schermo dell’apparecchio ecografico.

CHI PUO’ EFFETTUARLO: tutti possono sottoporsi all’esame. L’esame non è doloroso o fastidioso e non presenta alcun tipo di controindicazione.

COME SI EFFETTUA: al paziente, steso sul lettino, viene applicato un gel sulla parte del corpo da esaminare. Il medico appoggia poi una sonda così da ottenere le immagini – che appaiono sullo schermo dell’apparecchio ecografico – che serviranno per formulare la diagnosi. L’esame di ecocolor doppler dura circa venti minuti.

L’Eco-color-doppler addominale arterioso/venoso è una metodica non invasiva che, mediante la visualizzazione dei principali vasi sanguigni a livello addominale permette di studiarne il flusso ematico. L’eco-color-doppler fornisce immagini a colori (rosso e blu) dei flussi venosi e arteriosi evidenziando anche le più piccole lesioni delle pareti dei vasi consentendo di valutarne con precisione l’entità. Per ulteriori approfondimenti sulla preparazione all’esame e come funziona, vedi sezione “Eco-color-doppler”.
L’ecografia è una tecnica di diagnostica per immagini che serve per studiare la salute degli organi indagati. E’ una metodica di cui si avvalgono numerosi specialisti che si rivolgono al medico ecografista per un approfondimento utile alla diagnosi. L’ecografia si avvale degli ultrasuoni per ottenere un’immagine precisa degli organi indagati. Se in origine l’ecografia veniva usata prevalentemente in campo internistico e ginecologico, oggi è un esame di routine fondamentale cui si ricorre spesso in ambito diagnostico (internistico, chirurgico, ginecologico, endocrinologico, urologico, ostetrico, ortopedico).

A COSA SERVE: il campo di applicazione dell’ecografia è vastissimo. E’ un esame che consente di acquisire immagini degli organi osservati. A parte per esempio le ossa, che non sono visibili, tutto il resto è chiaramente osservabile: l’ecografia mostra tutto ciò che è di consistenza parenchimale (il fegato, i reni) e tutto ciò che è liquido (vescica, cisti, ematomi). L’ecografia viene utilizzata moltissimo anche come guida per manovre di tipo interventistico: biopsie, drenaggi di ascessi, posizionamento di cateteri. Si tratta di interventi effettuati dal medico ecografista con la collaborazione del chirurgo, dell’epatologo o dello specialista che invia il paziente all’intervento.

PREPARAZIONE ALL’ESAME: l’ecografia è un esame che non richiede alcun tipo di preparazione specifica del paziente; possono essere utili alcuni semplici accorgimenti che vengono spiegati al momento della prenotazione, quali digiunare o bere abbondantemente prima di sottoporsi all’esame.

CHI PUO’ EFFETTUARLA: non esistono limitazioni o controindicazioni nel sottoporsi a questo esame.

NON E’ DOLOROSA NE’ PERICOLOSA: è ormai assodato che gli ultrasuoni sono innocui per l’organismo; non esistono dunque limitazioni o controindicazioni nel sottoporsi a questo tipo di esame.

COME SI ESEGUE: tramite una sonda che invia ultrasuoni (appoggiata sul corpo del paziente o, in determinate ecografie, inserita ad esempio in vagina o nell’ano) il medico ecografista è in grado di “vedere” all’interno del corpo umano.

L’ecografia dell’addome completo è la metodica ecografica utile a studiare l’addome completo: fegato, cistifellea, vie biliari, milza, reni, pancreas, stomaco, grossi vasi sanguigni, vescica, utero, ovaie e prostata. L’esame viene impiegato per visualizzare la morfologia dei parenchimi e l’eventuale presenza di lesioni.

È un’indagine non dolorosa e non comporta rischi in quanto utilizza ultrasuoni che non provocano danno all’organismo. Viene condotta mediante focalizzazione spaziale secondo i vari piani anatomici dell’organo. Le registrazioni ottenute sono dette immagini ecografiche.

PREPARAZIONE ALL’ESAME: per l’ecografia dell’addome completo è utile prepararsi con una dieta leggera nei giorni precedenti. Per esaminare la parte inferiore dell’addome è necessario che la vescica sia piena: per questo da due ore prima dell’esame è importante non urinare e bere acqua naturale, tè o camomilla. È necessario mantenere il digiuno nelle sei ore precedenti l’esame.

CHI PUO’ EFFETTUARLA: chiunque può sottoporsi all’ecografia dell’addome completo.

COME SI ESEGUE: Durante l’esame il paziente viene fatto sdraiare a pancia in su. La procedura non è dolorosa e prevede lo scorrimento della sonda ecografica – azionata manualmente dal medico – sull’addome preventivamente cosparso di un gel trasparente che ha lo scopo di favorire il passaggio degli ultrasuoni dalla sonda. Il medico potrà invitare il paziente a trattenere il fiato, oppure a cambiare posizione, ad esempio mettendosi sul fianco, per mettere meglio in evidenza alcuni organi da esaminare.

Con l’ecografia dell’addome superiore si esplorano il fegato, la cistifellea, le vie biliari, la milza, il pancreas, lo stomaco. Per le ulteriori informazioni, consulta la voce “ecografia addome completo”.
Con l’ecografia dell’addome inferiore si indaga vescica, prostata, vescichetta seminale, utero e ovaie.
Per le ulteriori informazioni, consulta la voce “ecografia addome completo”.
L’elettrocardiogramma è un esame diagnostico ambulatoriale che consente di registrare e visualizzare graficamente l’attività elettrica del cuore. E’ un esame sicuro e indolore. Mediante il monitoraggio dell’attività di pompaggio del sangue che il cuore esegue mediante contrazioni e rilasciamenti è possibile individuare l’eventuale presenza di una malattia cardiaca o di un disturbo del ritmo (aritmia). Questo esame può essere eseguito a riposo, mentre il paziente è supino sul lettino, o sotto sforzo, mentre il paziente cammina su un tapis roulant o pedala su una cyclette.

A COSA SERVE: l’elettrocardiogramma a riposo permette di misurare il ritmo del cuore e l’eventuale aumento della dimensione delle camere cardiache, può essere utile per individuare eventuali aritmie. L’elettrocardiogramma sotto sforzo invece può essere di aiuto per la diagnosi di patologie cardiache latenti.

PREPARAZIONE ALL’ESAME: l’esecuzione dell’elettrocardiogramma non prevede alcuna norma di preparazione.

CHI PUO’ EFFETTUARLO: Non vi sono controindicazioni per l’esecuzione dell’elettrocardiogramma standard. L’elettrocardiogramma sotto sforzo è invece controindicato per i pazienti con grave insufficienza cardiaca.

COME SI ESEGUE: al paziente vengono applicati sulla pelle alcuni elettrodi, collegati attraverso fili elettrici a un apparecchio chiamato elettrocardiografo. Gli elettrodi e i fili captano e trasmettono l’attività elettrica del cuore all’elettrocardiografo che la elabora e la stampa su carta sotto forma di un tracciato grafico (elettrocardiogramma).

L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata dall’elevata pressione del sangue nelle arterie, a sua volta determinata dalla quantità di sangue che viene pompata dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue.

L’ipertensione arteriosa non è una malattia ma un fattore di rischio, ovvero una condizione che aumenta la probabilità che si verifichino altre malattie cardiovascolari, come ad esempio: angina pectoris, infarto miocardico, ictus cerebrale.

Si parla di ipertensione arteriosa sistolica quando sono alterati solo i valori della pressione massima e di ipertensione diastolica quando sono alterati i valori della pressione minima. Si definisce ipertensione sisto-diastolica la situazione in cui entrambi i valori di pressione (minima e massima) sono superiori alla norma.

SINTOMI: L’aumento dei valori pressori non sempre si accompagna alla comparsa di sintomi, specie se avviene in modo non improvviso. In generale i sintomi più ricorrenti sono mal di testa, sensazione di stordimento e vertigini, ronzii nelle orecchie, alterazioni della vista (visione nera, o presenza di puntini luminosi davanti agli occhi) e perdite di sangue dal naso.

COME SI DIAGNOSTICA: la misurazione della pressione arteriosa viene espressa attraverso due valori, pressione sistolica (massima) e pressione diastolica (minima), che dipendono dal fatto che il muscolo cardiaco si contrae (sistole) e si rilassa (diastole) tra un battito e l’altro.

L’accertamento è compiuto con una misurazione della pressione attraverso lo sfigmomanometro.

I noduli tiroidei sono delle tumefazioni delimitate che si formano all’interno della tiroide. Possono essere liquidi, solidi o misti. Il riscontro di un nodulo alla tiroide è molto frequente soprattutto nelle donne e con l’avanzare dell’età.

CAUSE: La causa principale è rappresentata dalla carenza moderata-lieve di iodio che caratterizza il nostro Paese e che comporta una maggiore frequenza di gozzo che può essere diffuso, uni o multi nodulare. Va sottolineato che meno del 5% dei noduli è una neoplasia maligna della tiroide.

COME SI MANIFESTANO: molto spesso i noduli alla tiroide sono asintomatici. In altri casi, però, può accadere che il nodulo vada a comprimere le strutture circostanti la tiroide determinando difficoltà nella respirazione o nella deglutizione e senso di costrizione.

COME PREVENIRE: la più efficace prevenzione dei noduli tiroidei è la iodoprofilassi, facilmente attuabile mediante il consumo di sale iodato.

COME SI DIAGNOSTICANO: sono diversi gli esami per diagnosticare la presenza di noduli alla tiroide:

Esami del sangue per valutare la funzione della tiroide, per effettuare il dosaggio degli anticorpi anti-tiroidei e per misurare la presenza di Calcitonina (marker di un raro tipo di carcinoma della tiroide).
Ecografia tiroidea, meglio se con color-doppler: con questa procedura diagnostica è possibile rilevare con precisione la presenza e le dimensioni dei noduli, il grado di vascolarizzazione e la loro struttura interna (solida, liquida, mista). Questo esame diagnostico viene utilizzato anche per monitorare i noduli nel tempo, per verificare ad esempio se aumentano di dimensioni.
Scintigrafia tiroidea: utile in specifici casi, ovvero nei pazienti con ipertiroidismo in cui si sospetti l’iperfunzione delle formazioni nodulari.
Agoaspirato: un’indagine di secondo livello attraverso cui vengono prelevate dal nodulo alcune cellule che verranno poi sottoposte a esame citologico per chiarire la natura del nodulo stesso.

Le coronopatie sono un’alterazione delle arterie coronariche del cuore. A colpire le strutture vascolari possono essere lesioni di natura anatomica o funzionale: arteriosclerotica (le più comuni), ma anche processi infiammatori o di altro tipo, responsabili di un apporto ematico inadeguato al muscolo cardiaco.

Le arterie principali che vascolarizzano il cuore sono tre: l’arteria intraventricolare, l’arteria circonflessa e l’arteria coronaria. Se un accumulo di grasso – costituito da colesterolo, calcio o altre sostanze e noto come “placca” – si deposita sulle pareti interne delle arterie, impedisce al flusso sanguigno di irrorare il miocardio. Le arterie principali vengono ostruite e si irrigidiscono, provocando “l’indurimento delle arterie” o aterosclerosi.

CAUSE: le malattie coronariche hanno origine sia da fattori di rischio non modificabili (come la predisposizione genetica, l’età e il sesso maschile) che da fattori modificabili. Fra questi ultimi si vedano: il tabagismo, l’ipertensione arteriosa sistemica, l’obesità, la sedentarietà e fattori psicosociali come lo stress.

COME SI MANIFESTA: Poiché l’ostruzione arteriosa è un processo che può durare diversi anni, spesso i sintomi si manifestano al momento del blocco delle arterie, stadio grave o potenzialmente fatale. Benché i sintomi varino da persona a persona, i più frequenti includono generalmente: dolore al petto, dispnea, estremo senso di stanchezza, dolore fugace o acuto localizzato nel braccio, nella schiena o nell’addome.

COME SI DIAGNOSTICA: oltre all’analisi del quadro clinico, l’accertamento si compie sulla base dell’elettrocardiogramma, che mostra un tracciato tipico. Ulteriori strumenti per la diagnosi sono poi l’ecocardiogramma, l’esame sotto sforzo, l’angiogramma coronarico e l’ecografia intravascolare.

Il microbiota intestinale è l’insieme di microrganismi che risiede nel nostro tratto gastrointestinale (dal cavo orale all’ano). L’enorme popolazione batterica del microbiota pesa circa 1,5 kg e svolge numerose e fondamentali funzioni per il nostro organismo tra le quali:

  • Contribuisce in modo determinante alla digestione degli alimenti.
  • Produce vitamine (acido folico ed altre del gruppo B per esempio)
  • Mantiene attivo il sistema immunitario.
  • Protegge da diverse patologie tra cui obesità, diabete di tipo II, sindrome metabolica, malattie infiammatorie intestinali, diverticoli del colon, cancro (colon-retto, fegato, stomaco), artrite reumatoide, disturbi psichici, allergie.

Dalla salute del microbiota intestinale, dipende lo stato di salute generale dell’individuo.
COME DIAGNOSTICARLO: il microbiota intestinale si esamina prelevando un campione di feci che viene sottoposto a tecniche evolute di sequenziamento del DNA batterico.

La densitometria ossea ecografica è un esame che serve per misurare la densità minerale ossea, utile quindi a studiare la fragilità ossea e il rischio di fratture ad essa connessa.

E’ una metodica ecografica recente che si sovrappone alla tradizionale DEXA che, però, utilizza raggi X e risulta, quindi, dannosa per la salute dell’individuo. La densitometria ecografica, invece, utilizzando ultrasuoni non comporta alcun rischio per la salute.

E’ uno strumento di diagnosi molto utile sia per prevenire l’osteoporosi, ma anche per misurarne l’avanzamento nei casi di malattia già conclamata.